Ma esattamente che cos’è questo spettacolo?
Ed eccola arrivare, questa domanda, a farti capire che le tue spiegazioni non sono bastate.
Mi sovviene, dunque, Montale – Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo – e allora provo a dire cosa non è L’infinito tra le mani, che debutterà in forma teatrale ad ottobre a Roma, e che sarà anticipato a Milo tra poco, la sera del 4 agosto, nella forma del video concerto live.
Non è una carrellata riproduttiva di hit di Franco Battiato (anche se ce ne sono), non è un concerto di cover e, a ben vedere, non è neppure un omaggio a Battiato (formula dietro la quale ormai si nasconde di tutto, da cose molto buone a cose molto meno buone e per nulla artistiche).
E’, con tutti i rischi del caso, uno spettacolo originale incentrato sui temi proposti da Battiato, un modo per dare una risposta alla domanda “io chi sono?” attraverso riflessioni su dove e come stanno dirigendosi le nostre vite, quelle di tutti i giorni. E’ cercare di capire se abbiamo ancora confidenza con quell’Infinito e quel mistero che, per dirla con Ferretti, “ci nutre e ci avvolge” e davanti al quale tuttavia siamo sempre più indifferenti, presi da corse dissennate e da ricerche di denaro e di potere.
Battiato e le sue canzoni non sono la finalità di questo spettacolo, ma sono gli strumenti per arrivare a una riflessione filosofica, metafisica e persino politica (non quella dei partiti, di cui non mi importa nulla, ma quella delle scelte).
Sono cosciente dei rischi che una proposta del genere porta con se. So che parlare di “religione del fatturato” e di un Assoluto di cui, al di là della nostra volontà, non si può fare a meno comporta una esposizione, una discussione, e persino un disaccordo.
E’ quello che cerco: stimolare, provocare, riflettere insieme. Non giudicare, attenzione. Ma capire, e attraverso questo puntare a una certa evoluzione.
A ben vedere, questo lavoro è il mio modo per rispondere agli inganni del tempo moderno, alle storture del consumismo, alle derive anonime che le nostre vite stanno prendendo. E quale modo migliore per parlare di tutto questo se non partire da Battiato?
Parto da lui, ma non mi fermo lì. E questa è una delle lezioni più importanti che ho imparato.
Ci sarà modo di parlarne in questo blog.