Mi attende una settimana molto particolare. L’ottottobre esce il mio nuovo e quarto disco, All’improvviso. Canzoni lievi. E l’11 e il 12 ottobre al TeatroBasilica di Roma esordisce il mio primo spettacolo teatrale musicale L’infinito fra le mani, con la regia teatrale di Alessandro Di Murro, i fidati musicisti Barbara Vanorio e Stefano Cozza, gli attori Laura Pannia e Vittorio Bruschi, i fonici di mia fiducia e il disegno luci di Matteo Ziglio.
Tutto partendo, come sempre, da zero. Anzi, in qualche modo, da sottozero, considerando le grandi difficoltà di impiantare dal nulla uno spettacolo teatrale, e in mezzo metterci pure la produzione di un disco, in un paese dove della cultura importa pochissimo e dove chi fa arte viene preso per un pazzoide perditempo.
Disco e spettacolo condividono molto di più dell’unica canzone, Salvami, che è presente in entrambi. Il disco è caratterizzato dalla ricerca della luce (e della Luce), mentre lo spettacolo è improntato alla ricerca della Verità. Ma sono due facce di una stessa medaglia. Non si vede la luce se non in un percorso di Verità, e la Verità è tale solo se illuminata da una forte luce.
Io spero di non perdermi nel marasma delle cose da fare, soprattutto quelle pratiche. Ecco, mai come ora ho bisogno di non essere abbandonato dalla Luce, quella che mi ha colpito quando in pochi secondi ho visto tutto lo spettacolo davanti a me, e quella che fa capolino tra le tracce del nuovo disco, dove ricorre spesso il verso “all’improvviso tornerà la luce”.
Mai come in questa settimana sarò intento a raccogliere i frutti di una semina durata anni. Se saranno maturi o acerbi, se non addirittura amari, o comunque privi di alcun gusto non sarò io a stabilirlo. A me e a chi mi sta seguendo in queste follie il compito di “non perdere le occasioni”.