Ci lavori più di un anno e poi arriva il giorno della prima. “Quando sembra un qualunque mattino, e invece è deflagrazione” tanto per autocitarmi. Prove generali andate bene in un clima rilassato, e persino rilassante. Ma sottotraccia c’è una bella elettricità. Del resto L’infinito fra le mani è uno spettacolo che fonde elettricità e meditazione, techno e silenzi, riflessioni parlate e sospensioni della parola e a volte persino dei suoni.
Le domande che si affollano in questo mattino non qualunque sono le solite delle prime, stavolta ancora più sottolineate dal fatto che si tratta di una novità assoluta, persino sperimentale.
Riusciremo a farci capire? Le attese sono di altro tipo? Sarà apprezzato uno spettacolo in cui non si omaggia Battiato ma, in modo umilmente ambizioso, si cerca di prolungare il senso che il suo percorso artistico ha dato alle vite di chi, come me e come tutti quelli che ci saranno stasera e domani, lo ha seguito così tanto?
Sono domande che però svaniscono pensando proprio a uno dei suoi più importanti insegnamenti: non fare mai quello che il pubblico vuole e si attende da te, spiazzalo, tendi pure imboscate, fatti seguire e non seguire gli altri.
“Non domandarmi dove porta la strada, seguila e cammina soltanto”.
p.s. informazione di servizio: anche se è tutto prenotato qualche posto aggiunto c’è ancora, a prezzo ridotto proprio perché aggiunto, trattasi di sedia e non poltrona: se non avete nulla da fare, provate a passare al TeatroBasilica, faranno il possibile per accontentarvi, senza però pretendere perché per motivi di sicurezza non si può comunque eccedere un certo numero.